Leccio
Quercus ilex  o Quercia Sempreverde


Albero che può raggiungere 24 m di altezza e una circonferenza di 6 m, molto longevo (> 500 anni), con grande capacità di emettere polloni dalla ceppaia dopo il taglio (fino a 250 anni) e di reagire con vigore alle potature e alle sagomature. I boschi di leccio sono molto resilienti al passaggio del fuoco e sono molto adattabili agli effetti dei cambiamenti climatici.

Il leccio era considerato presso Greci e Romani un albero infernale di cattiva reputazione, consacrato a Pane, collegato con Ecate e le Parche, ma pure un albero di resurrezione. Il leccio insieme a tasso e cipresso era ritenuto una pianta funebre, e, nello stesso tempo, pianta simbolica dell’immortalità come il cedro e il cipresso.

Tra i numerosi esempi di boschi sacri romani a prevalenza di leccio citati in letteratura, rimangono  quello di Monte Luco (Spoleto, Perugia) e di Sutri (Viterbo).




Periodo di fioritura:  Fiorisce da giugno ad agosto e fruttifica in settembre-ottobre. La produzione di ghiande inizia intorno ai 10-15 anni di età ed è abbondante ogni 2-3 anni.

Annaffiatura: Il Leccio non ha una grande richiesta di acqua, tutt'altro: è in grado di sopportare condizioni di siccità prolungate È sufficiente somministrare abbondanti annaffiature ogni due o tre settimane, bagnando il terreno in profondità.

Luce: L'albero del leccio predilige un'esposizione in pieno sole, tollera abbastanza bene anche la penombra però, per ottenere una buona crescita sono necessarie almeno ore al giorno in pieno sole.

Cura: MINIMA

Concimazione: Il leccio non richiede delle concimazioni particolari se non nel momento dell'impianto. Dopo, sarà sufficiente una fertilizzazione ogni circa tre anni con del concime più che altro organico da mescolare al terreno e da posizionare alla base del tronco.